Arriva a Noci il primo robot da mungitura
Non solo note dolenti per il settore della zootecnia locale. È attivo infatti da qualche giorno in un’azienda locale un sofisticato robot da mungitura che promette di aiutare notevolmente lo stato di salute di allevatori e bestiame. Il progetto è stato seguito dal consulente Francesco Gentile, già noto per essere il presidente dell’Associazione Regionale Cavallo Murgese, e dal giovane allevatore Enzo Notarnicola che ha dato seguito ad un investimento che guarda al futuro del settore allevatoriale attraverso la tecnologia.
Merlin, questo il nome della macchina computerizzata, è un robot che ha la capacità di lavare e pulire mammelle e capezzoli della vacca, mungerla, e suddividere il latte prodotto a seconda di valori nutrizionali e qualità. Merlin è dotato di un analizzatore in tempo reale che misura grasso, proteine, lattosio e la presenza di sangue nel latte di ogni bovina durante la sua mungitura. La tecnica di analisi si basa sulla rifrazione della luce (NIRS) e consente di leggere la composizione del latte senza utilizzare alcun tipo di reagente e senza necessità di prelevare campioni da analizzare altrove. Tutto il latte di tutte le bovine viene analizzato online ed inviato al frigorifero, senza alcun costo di analisi. Disporre di questo tipo di dati consente di individuare precocemente importanti malattie metaboliche tipiche delle bovine ad alta produzione (chetosi postparto e acidosi ruminale subacuta), utilizzando il variare del rapporto grasso/proteina degli animali.
Un’altra importante applicazione è quella legata all’ottimizzazione della razione destinata alle bovine in lattazione. In quest’ambito vi è un sensore di conducibilità che analizza il latte di ogni quarto per dare un allarme precoce di infezione mammaria (mastite).
Il tutto mentre il capo è coccolato e rifocillato. Inoltre è dotato di un software gestionale che permette all’allevatore di avere sotto controllo la produzione, la fertilità, lo stato di salute degli animali e molti altri aspetti gestionali. Insomma una boccata d’ossigeno per chi crede ancora che il settore allevatoriale possa fornire molto alla società nocese in termini sociali ed economici, difendendo la cultura della agricola dall’oblio, guardando all’innovazione e alle generazioni future.